Caratteristiche:

Percorso:

Escursione a piedi:


Nel ricordo di una cacciarella di trent'anni fa:

Ed ora mi torna in mente un episodio di tanti anni fa, e mi scuso per questa breve digressione. Nel lontano 1978 ero un fungarolo spietato. Andavo per boschi sempre solo, perché geloso dei miei territori, portando al seguito un piccolo pranzo al sacco. Monitoravo i periodi di pioggia, il grado di umidità dell’aria nei periodi di fioritura, dei vari miceli, dei carpofori da me raccolti; battevo i boschi della Toscana e del Lazio. Potevo inoltre contare, in Toscana, di informatori locali che interpellavo nei momenti in cui sospettavo l’incipiente raccolta. Entravo nei boschi anche in presenza di forti acquazzoni, munito di attrezzature antipioggia, antistrappo. Un giorno partii da Civitavecchia la sera precedente la mia prima uscita stagionale e non riuscendo a dormire la notte per la forte emozione che preludeva la raccolta, nella casa di Toscana dei miei suoceri, mi avviai di buon ora nel bosco. Quel giorno avevo intercettato la prima abbondante “cacciata” di porcini del tipo “boletus aereus”. Ciò che di meglio possono offrire i nostri boschi.

Ne trovai tanti, tutti boccioli da collezione. Avevo già riempito, svuotando il canestro di raccolta più volte, quattro o cinque buste di plastica e nascoste in vari posti del bosco, quando mi accorgo che in Poggio Spada, ove mi trovavo, dal trambusto che giungeva alle mie orecchie, era in atto una cacciarella. In Toscana tale caccia ha un diverso rituale che da noi. I battitori, numerosi, posti in linea si presentano ciascuno con un guinzaglio a cui é legata una muta di numerosi cani. Ed è bello vedere soprattutto come sono vestiti questi signori. Pantaloni di fustagno, giacche di velluto o loden, eleganti cappelli con piume. Ed i loro cani poi, con guinzagli in pelle marrone, tutti segugi il cui manto vira dal colore marrone chiaro al marrone scuro. Al seguito portano cagnolini della stessa razza, non legati, cui cercano di inculcare i preliminari di battuta.

Ero purtroppo capitato, anche quella volta, nel mezzo di una battuta al cinghiale. Ed in questi casi si sa, vince sempre il più forte, pur avendo ciascuno di noi ugual diritto di transitare entro territori demaniali. Nel frattempo erano già partiti i battitori con avanti le mute dei cani. Si avvertiva già il contatto di questi con i cinghiali dalle scatenate “canizze”, che venivano accompagnate con spari di mezze cartucce e castagnole. D’un tratto avverto, vicino a me, una serie di fruscii, prodotti da qualcuno che correva all’impazzata. Avevo già superato metà del colle ed ero all’incirca ad un paio di chilometri dalle squadre dei battitori, mentre avevo le poste pressappoco a tre chilometri avanti, quando vengo raggiunto da frotte di cinghiali impazziti, che non si curano affatto della mia presenza, eppure avevo cercato di allontanarmi dal luogo di caccia salendo in direzione diagonale Gli animali mi passano quasi accanto ad una velocità sorprendente, continuando imperterriti lungo la loro via di fuga.

Sono dunque costretto ad affrettare il mio passo, per evitare un incontro ravvicinato con i battitori, con i quali ho avuto spesso divergenti scambi di opinione. Devìo il percorso, passando per Poggio Tondo e poi per Col Baroncio, ove raccolgo ugualmente una gran quantità di funghi.

Giunto al termine della giornata, mi porto alla macchina ove avevo, nel bagagliaio, alcuni scatoloni di cartone in cui riponevo, con un certo ordine i funghi trovati. E’ qui che mi accorgo che un piccolo segugio, avrà avuto non più di due mesi, mi aveva seguito in silenzio, abbandonando tutti i suoi amici, percorrendo dietro di me almeno 15 chilometri. E non c’era verso di mandarlo via, mi guardava con i suoi occhioni neri ed era un piacere vedere il suo corpicino cosi affusolato ed armonico. Sembrava una statuina di bronzo. Voleva questi ad ogni costo salire sulla mia macchina, leccava i miei stivali e guaiva tutto gioioso. Aveva dunque il cagnolino scelto il suo “padrone”, la cacciarella probabilmente non faceva per lui! E mi aveva seguito per tutto il tempo silenziosamente nel bosco abbandonando quelle persone dai modi burberi e bruschi. Difficilmente mi approprio di cose od animali altrui, eppure c’è stato un momento in cui sono stato tentato di raccoglierlo e portarlo via, pensando al piacere che avrei fatto alla mia piccola Valentina, che allora aveva circa tre anni ed amava follemente i cagnolini. Desistetti da quel proposito cercando di allontanare il cagnolino con frasi dolci ma decise. Misi in moto la macchina e partii sparato. Niente affatto convinto, ho seguito le sue mosse dallo specchietto retrovisore, e l’ho visto inseguirmi per vari chilometri finché non ho perso il contatto con quella bestiolina.


Vanì, 02/12/07.

Mappa del percorso :

Mappa percorso

    BY ACE - GRUPPO TREKKING TIBURZI.

Valid XHTML 1.0 Transitional