.

Caratteristiche:

Nel territorio del Parco la foresta mediterranea occupa zone di superficie abbastanza limitata, situate soprattutto nel versante delle colline ad Est, sul fondo di piccole valli o nei rari tratti pianeggianti posti al riparo dall'azione dei venti marini. In esse l'essenza predominante è il leccio, la cui altezza supera i 6-8 metri.
La macchia foresta e la macchia bassa sono invece molto frequenti e facilmente osservabili da parte di chi percorre gli itinerari di visita che interessano i rilievi collinari.
Caratteristiche salienti sono la grande varietà di ecosistemi, flora, fauna ma anche le numerose testimonianze dell’occupazione umana nel corso della Storia, a partire dai reperti del Paleolitico rinvenuti in alcune grotte (ora chiuse per evitarne il degrado umano), fino alle rovine di un castello, ai resti del Monastero di San Rabano e alle Torri di avvistamento a difesa delle incursioni piratesche.

Il ns percorso ha avuto come nucleo centrale quello delle Torri, denominato A2 nel Pamphlet dell'Ente Parco, ma è stato arricchito da due varianti: quella lungo il canale sotto la Torre di Castelmarino per osservare le grotte dall'esterno, e quella lungo la spiaggia dallo sperone di Collelungo alla splendida Cala di Forno.


Percorso:

  1. Si parte dai Pratini (luogo in cui ci lascia e ci riprende l'autobus del Parco) e si percorre la "Strada degli Olivi" per circa un chilometro, fino a raggiungere un viottolo che si addentra sul lato destro nella macchia. Lecci, lentischi, filliree ed eriche sono così fitti da formare come un tunnel senza luce. Il fondo è comodo, anche se talvolta sdrucciolevole.
  2. Dopo una decina di minuti si incontra sulla sinistra una carbonaia dalla quale si gode la vista della "Piana dei cavalleggeri", una prateria selvaggia usata per il pascolo delle vacche maremmane circondata da falesie calcaree e da un lembo della pineta ottocentesca. Ripreso il sentiero si comincia a salire mentre la vegetazione, costituita da cisti, rosmarini, ferule e grossi ceppi di saracchi, comincia a degradare .
  3. In pochi minuti si arriva alla torre di Castelmarino, una torre medioevale oramai diruta, arroccata sul margine dell'antica scogliera. Sotto si può ammirare la pineta Granducale che copre tutta l'area pianeggiante compresa tra il mare ed il tratto terminale del fiume Ombrone verso nord, mentre verso sud la panoramica si apre sull'Argentario, l'isola del Giglio e, nelle giornate più chiare, le Formiche, Montecristo e l'Elba.
  4. Una breve sosta per visitare la torre e si prosegue incontrando una discesa piuttosto ripida, a volte particolarmente insidiosa perchè sdrucciolevole, ma ci si aiuta nei tratti più difficili con i passamani di legno posti dalla Forestale. A valle si raggiunge il canale; lo costeggiamo sulla destra in direzione della spiaggia, sia per ammirare la flora e la fauna che lo circonda, sia per ritrovare, oltrepassato un cancello di legno, le numerose grotte preistoriche che insistono ai piedi delle collinette circostanti. Tra queste ve ne sono alcune, come ad esempio la "grotta della fabbrica", molto importanti per i reperti paleontologici ed archeologici che vi sono stati ritrovati e che testimoniano la presenza umana di quei luoghi fin dagli inizi dell'umanità: per questo motivo esse ora sono chiuse. Sulle pareti rocciose delle falesie che seguono il percorso possiamo vedere alcuni esemplari di palma nana che testimoniano che il Parco della Maremma è il sito più a nord del mediterraneo dove si ritrovano questi esemplari. Qui incontriamo anche alcune volpi e daini che popolano il Parco.
  5. Tornati indietro ci avviamo verso la spiaggia di Collelungo, sotto il costone omonimo. Essa ci appare dopo le dune di sabbia in tutta la sua spettacolarità, ricordandoci, con nostalgia,come era il Tirreno da queste parti: da Tarquinia a Grosseto. Qui ci fermiamo per un veloce pasto, fatto di panini e buon vino, stando ben attenti a recuperare tutto per evitare che le numerose volpi, che si avvicinano senza paura, possano "intossicarsi" con i ns resti!
  6. Dopo il pranzo si prosegue avanti, sulla spiaggia in direzione della Cala di Forno, in un percorso (andata e ritorno) di circa 4,5Km che corre lungo il fianco delle colline, ammirando alla sinistra una zona particolarmente selvaggia, fatta di boschi di ginepri ai piedi di numerose falesie, sotto i piedi una sabbia meravigliosa, ed alla destra un mare di aspetto oceanico.
  7. Ritornati ai piedi di Collelungo, si riprende un sentiero che sale, tra una fitta vegetazione, alla Torre di Collelungo, un importante edificio cinquecentesco da poco restaurato. Un breve ammirare il paesaggio che si propone verso NNW e poi proseguiamo, immersi nella macchia, fino alla strada asfaltata che ci riporta ai Pratini ed al Bus che in questa stagione opera fino alle 18.
  8. Il miglior completamento della giornata è, per chi ha tempo, onorare la cucina di Alberese che vanta un'ottima acquacotta ed un buon vino, a prezzi più che decenti..
.

    BY ACE - GRUPPO TREKKING TIBURZI.

Valid XHTML 1.0 Transitional