Caratteristiche:
- Tipo: naturalistico
- Lunghezza: circa 13 km.
- Tempo percorrenza: 5/6 ore (compresa sosta pranzo e
trasporto Bus)
- Difficoltà: media
- Ambiente: macchia, resti archeologici, mare
- Localizzazione: Alberese (Gr)
Nel territorio del Parco la foresta mediterranea occupa zone
di superficie abbastanza limitata, situate soprattutto nel versante
delle colline ad Est, sul fondo di piccole valli o nei rari tratti
pianeggianti posti al riparo dall'azione dei venti marini. In esse
l'essenza predominante è il leccio, la cui altezza supera i
6-8 metri.
La macchia foresta e la macchia bassa sono invece molto frequenti e
facilmente osservabili da parte di chi percorre gli itinerari di visita
che interessano i rilievi collinari.
Caratteristiche salienti sono la grande varietà di
ecosistemi, flora, fauna ma anche le numerose testimonianze
dell’occupazione umana nel corso della Storia, a partire dai
reperti del Paleolitico rinvenuti in alcune grotte (ora chiuse per
evitarne il degrado umano), fino alle rovine di un castello, ai resti
del Monastero di San Rabano e alle Torri di avvistamento a difesa delle
incursioni piratesche.
Il ns percorso ha avuto come nucleo centrale quello delle
Torri, denominato A2 nel Pamphlet dell'Ente Parco, ma è
stato arricchito da due varianti: quella lungo il canale sotto la Torre
di Castelmarino per osservare le grotte dall'esterno, e quella lungo la
spiaggia dallo sperone di Collelungo alla splendida Cala di Forno.
Percorso:
- Si parte dai Pratini (luogo in cui ci lascia e ci riprende
l'autobus del Parco) e si percorre la "Strada degli Olivi" per circa un
chilometro, fino a raggiungere un viottolo che si addentra sul lato
destro nella macchia. Lecci, lentischi, filliree ed eriche sono
così fitti da formare come un tunnel senza luce. Il fondo
è comodo, anche se talvolta sdrucciolevole.
- Dopo una decina di minuti si incontra sulla sinistra una
carbonaia dalla quale si gode la vista della "Piana dei cavalleggeri",
una prateria selvaggia usata per il pascolo delle vacche maremmane
circondata da falesie calcaree e da un lembo della pineta ottocentesca.
Ripreso il sentiero si comincia a salire mentre la vegetazione,
costituita da cisti, rosmarini, ferule e grossi ceppi di saracchi,
comincia a degradare .
- In pochi minuti si arriva alla torre di Castelmarino, una
torre medioevale oramai diruta, arroccata sul margine dell'antica
scogliera. Sotto si può ammirare la pineta Granducale che
copre tutta l'area pianeggiante compresa tra il mare ed il tratto
terminale del fiume Ombrone verso nord, mentre verso sud la panoramica
si apre sull'Argentario, l'isola del Giglio e, nelle giornate
più chiare, le Formiche, Montecristo e l'Elba.
- Una breve sosta per visitare la torre e si prosegue
incontrando una discesa piuttosto ripida, a volte particolarmente
insidiosa perchè sdrucciolevole, ma ci si aiuta nei tratti
più difficili con i passamani di legno posti dalla
Forestale. A valle si raggiunge il canale; lo costeggiamo sulla destra
in direzione della spiaggia, sia per ammirare la flora e la fauna che
lo circonda, sia per ritrovare, oltrepassato un cancello di legno, le
numerose grotte preistoriche che insistono ai piedi delle collinette
circostanti. Tra queste ve ne sono alcune, come ad esempio la "grotta
della fabbrica", molto importanti per i reperti paleontologici ed
archeologici che vi sono stati ritrovati e che testimoniano la presenza
umana di quei luoghi fin dagli inizi dell'umanità: per
questo motivo esse ora sono chiuse. Sulle pareti rocciose delle falesie
che seguono il percorso possiamo vedere alcuni esemplari di palma nana
che testimoniano che il Parco della Maremma è il sito
più a nord del mediterraneo dove si ritrovano questi
esemplari. Qui incontriamo anche alcune volpi e daini che popolano il
Parco.
- Tornati indietro ci avviamo verso la spiaggia di
Collelungo, sotto il costone omonimo. Essa ci appare dopo le dune di
sabbia in tutta la sua spettacolarità, ricordandoci, con
nostalgia,come era il Tirreno da queste parti: da Tarquinia a Grosseto.
Qui ci fermiamo per un veloce pasto, fatto di panini e buon vino,
stando ben attenti a recuperare tutto per evitare che le numerose
volpi, che si avvicinano senza paura, possano "intossicarsi" con i ns
resti!
- Dopo il pranzo si prosegue avanti, sulla spiaggia in
direzione della Cala di Forno, in un percorso (andata e ritorno) di
circa 4,5Km che corre lungo il fianco delle colline, ammirando alla
sinistra una zona particolarmente selvaggia, fatta di boschi di ginepri
ai piedi di numerose falesie, sotto i piedi una sabbia meravigliosa, ed
alla destra un mare di aspetto oceanico.
- Ritornati ai piedi di Collelungo, si riprende un sentiero
che sale, tra una fitta vegetazione, alla Torre di Collelungo, un
importante edificio cinquecentesco da poco restaurato. Un breve
ammirare il paesaggio che si propone verso NNW e poi proseguiamo,
immersi nella macchia, fino alla strada asfaltata che ci riporta ai
Pratini ed al Bus che in questa stagione opera fino alle 18.
- Il miglior completamento della giornata è, per
chi ha tempo, onorare la cucina di Alberese che vanta un'ottima
acquacotta ed un buon vino, a prezzi più che decenti..
BY ACE -
GRUPPO TREKKING TIBURZI.