Giovedì 14 ottobre 2010, uscita organizzata e concordata con il Gruppo “Tiburzi per il Sociale”, visita del Palazzo Farnese di Caprarola a seguire pranzo “monastico” presso il Convento dei Padri Teresiani dello stesso paese.
Il pranzare dai Frati ha suscitato particolare interesse tanto che, tra ragazzi accompagnati, accompagnatori e volontari, si è raggiunto il numero ragguardevole di ben 46 commensali!
Un ritardo di circa mezz’ora, sulla tabella di marcia, ha dimensionato la visita al Maestoso Palazzo di Caprarola.
Agli inizi del Cinquecento, si apre per il paese un’ epoca di grandi trasformazioni; nel 1521 il borgo appartiene a Pier Luigi e a Ranuccio, figli naturali del cardinale Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III. Il progetto della costruzione non si limita alla concezione monumentale del palazzo-fortezza, che doveva celebrare i fasti farnesiani, ma ridisegna in sua funzione il piccolo centro; il palazzo sorge in alto, preceduto da scenografiche rampe, alle quali si giunge attraverso una grande nuova strada rettilinea che, sopraelevata sui borghi, ne taglia e riconnette allo stesso tempo il tessuto tortuoso, superando le irregolarità altimetriche che avrebbero impedito un accesso "trionfale" al castello, punto d’arrivo e fondale della nuova prospettiva urbana.
L’opera viene iniziata da Papa Paolo III intorno al 1530 e portata a termine nel 1575 dal Cardinale Alessandro il giovane, nipote di Papa Paolo III, figlio di Pier Luigi.
Caprarola è adagiata a poco più di 500 metri lungo il pendio del versante orientale dei monti Cimini. Essa appare sovrastata dalla mole del palazzo.
All’interno la guida ci ha illustrato le numerose sale, che nel loro splendore, ci testimoniano gli antiche sfarzi delle famiglie che per secoli lo hanno occupato.
Dopo poco più di un’ora, terminata la visita al cinquecentesco palazzo, ci siamo recati presso la collina opposta dove si trova la Chiesa di SS. Maria e Silvestro ed il Convento per il nostro pranzo.
Radunati in Chiesa, Padre Paolino ci ha rivolto un breve saluto di benvenuto ed ha presentato brevemente la storia della Chiesa e del Convento.
La fondazione di questo convento, progettato ed attuato tra il 1621-1623 dal Cardinale Odoardo Farnese con l’intenzione di ” fare un monastero di Frati Carmelitani Scalzi a S. Silvestro per una divotione e spirituale beneficenza del popolo et ornamento di questa terra”. Nel documento di fondazione precisa meglio il sito dove doveva sorgere il “monastero”, cioè sul posto dove gli abitanti di Caprarola avevano eretto una cappella in onore del santo, a ridosso della scarpata sottostante all’attuale piazzale della chiesa. La sua immagine sarebbe stata sistemata e venerata nella nuova chiesa e in un proprio altare. “La chiesa e il convento dovranno esser costruiti su questo colle, esattamente sul luogo dove al presente esiste la chiesetta di S. Silvestro e la nuova chiesa dovrà portare il titolo di S. Maria e di S. Silvestro Papa”.
La chiesa possiede tre quadri di noti autori che sono il Reni, il Lanfranco e il Turchi e quattro dipinti di F. Luca carmelitano. Inoltre è dotata di un’artistica sagrestia in noce, opera dell’arch. Francesco Peperilli, che diresse i lavori del convento e della chiesa su progetto dell’Arch. farnesiano Rainaldi.
Il clima del convento, il refettorio dei frati con oltre tre secoli di storia ci ha fatto respirare un’aria particolarmente spirituale. Il momento del pranzo è stato un’occasione forte di partecipazione e condivisione di solidarietà.
Poco dopo il pasto, nel caratteristico chiostro del Convento, Emilio, il nostro poeta, ha declamato delle sue poesie, quindi un giro turistico nelle cantine e nel giardino dove abbiamo potuto ammirare quanta cura mettono i frati nel conservare tanti secoli di storia!
Carmelo Melia 14-10-2010