Uscita singolare questa di oggi: Capalbio e Giardino dei Tarocchi.
All’ora stabilita, alcuni volontari si sono recati a Piazza Calamatta per prendere le ospiti dell’Istituto di Riabilitazione che, altrimenti, non potevano partecipare perché la loro autovettura non dava segni di affidabilità. Al solito punto di incontro c’era ad aspettarci Ivano. Quindi, organizzati gli equipaggi ci siamo diretti a Capalbio dove, dopo una breve sosta ad un Autogrill, abbiamo potuto visitare il paese, piccolo borgo medievale che costituisce l’ultimo lembo costiero della Toscana meridionale, nel cuore della Maremma, terra in cui si fondono in modo armonico gli aspetti più tipici della mediterraneità e quelli della terra in cui l’uomo ha speso molta fatica col lavoro.
In questa terra l’uomo e il territorio sono gli artefici di una storia antichissima dove gli Etruschi e poi i Romani hanno lasciato le loro tracce.
Dalle passeggiate poste ad ovest, un bellissimo panorama verso il mare dove si scorge l’isola di Giannutri, l’Argentario ed il piccolo promontorio di Ansedonia.
Per consumare il pranzo al sacco, Ivano ci ha portato lungo la spiaggia di Capalbio, da dove si notano ancora di più ciò che appena descritto. Tutti in fila su un enorme tubo – probabilmente destinato a “sparare sabbia” per rimboccare quella erosa dal mare – abbiamo dato fondo allo zaino con il solo scopo di alleggerirlo!
Alle 14,30, orario di apertura del Giardino dei Tarocchi, eravamo già in fila per ritirare il nostro biglietto d’ingresso gratuito.
Realizzato da Niki de Saint Phalle, tra la fine degli anni settanta ed il 2002 dopo la scomparsa dell’artista, è un giardino esoterico ispirato alle figure del gioco dei Tarocchi.
Il Giardino sembra aprire un mondo surreale ricco di vetri e ceramiche con colori a volte intensi. Alcune figure dei tarocchi rese tangibili con una interpretazione suggestiva hanno stimolato alcune corde nel nostro inconscio. Immagini e spazi fantasiosi dove trovano posto un mondo di favole.
Carmelo Melia