Giovedì 15 aprile l’uscita concordata è la Riserva Naturale di Macchiatonda. Ad accoglierci al cancello d’ingresso due Guardie Parchi della Riserva a disposizione per farci da guida.
Parcheggiato le auto nel parcheggio antistante l’area pcnic le due Guardie ci hanno illustrato brevemente le carattersistiche della Riserva che, istituita con legge Regionale nel 1983, si estende su 250 ettari di pianura costiera a 50 km a N di Roma ai piedi delle propaggini collinari ove Monti della Tolfa e Colli Ceriti si incontrano. Sino all'anno di istituzione della Riserva quest’area ospitava un campeggio dopolavoristico da 3000 presenze, ed è stato uno dei primi luoghi ove si sia sperimentato con successo il ripristino ambientale.
L’ utilizzo calibrato sui vari ecosistemi di acqua dolce e salata e la gestione dei livelli idrici nei vari periodi dell’anno permette ai vari gruppi di animali che stanziano di compiere il proprio ciclo riproduttivo e agli operatori di realizzare i necessari interventi estivi di contenimento e rimozione di quelle specie vegetali invasive la cui proliferazione, favorita dall’assenza dei grandi erbivori, banalizzerebbe la zona umida.
Quindi ci hanno accompagnato lungo il sentiero Natura che ha inizio dietro la una piccola casetta di legno. Superato il primo dei tanti ponticelli di legno, abbiamo girato attorno al piccolo bosco di alloro e olmo (il laureto), una macchia più o meno circolare che ha dato il nome alla riserva e con una piacevole passeggiata di circa 2 km seguendo le frecce, abbiamo potuto introdurci negli ambienti più significativi di quest'oasi piena di preziosi frammenti di ambienti molto diversi. Attraverso delle tabelle didattiche specifiche ci hanno fatto conoscere le principali specie animali e vegetali che popolano l’oasi.
Questa prima parte dell'itinerario si è conclusa con una sosta alla "piscina", una piccola depressione circolare trasformata, grazie ad un costante rifornimento idrico, in un delizioso stagno perenne regno di libellule e rane.
Dietro una incannucciata si nasconde un piccolo bacino artificiale utilizzato per la didattica, dove i gruppi di studenti possono approfondire temi specifici risparmiando agli habitat più delicati una problematica convivenza con le scolaresche.
Entrando uno alla volta nel piccolo osservatorio, abbiamo potuto osservare delle oche selvatiche, la gallinella e tanti altri specie di volatili.
Macchiatonda è un cuneo di argilla che entra nel mare e si interpone, come area di sosta, sulle principali rotte migratorie, che gli uccelli utilizzano. La particolare disposizione e forma la rendono riconoscibile da varie popolazioni di migratori che da anni svernano regolarmente in assoluta tranquillità.
Poco dopo una breve sosta lungo la spiaggia dove abbiamo osservato molte conchiglie diverse, insieme ad altri resti spiaggiati come "palle" di posidonia, alghe, uova di molluschi e scheletri di ricci di mare. Sulla spiaggia si radunano spesso gruppi di gabbiani.
Dopo la breve pausa sulla spiaggia, rientriamo verso l’area picnic dove le nostre Guardie avevano fatto rasare l’erba per agevolarci la sosta.
Consumato il breve pasto il buon Mariano ci ha invitato a prendere il caffé presso la “Scuola di Volo” nei pressi della Stazione di Santa Severa dove un suo ex collega ha messo su tutto l’occorrente per la manutenzione, rimessaggio e l’addestramento per la patente dei velivoli leggeri.
Carmelo Melia