Mercoledì 3 dicembre l’uscita concordata è Piant’Angeli.
Sin dal mattino la giornata prometteva tempo bello, con una leggera aria di tramontana e, nel corso del pomeriggio, ha mantenuto fede e promesse! Parentesi straordinaria considerando che fino al giorno prima precipitazioni e raffiche di vento hanno caratterizzato questo periodo autunnale.
All’appuntamento alle ore 9,00 abbiamo notato con piacevole sorpresa che si sono uniti al nostro gruppo anche una nuova fisioterapista dell’Ist. Santa Cecilia, Alina che insieme ad Anna Maria ed Alessandra hanno infoltito i partecipanti dell’escursione accompagnando nuovi ospiti. Le amiche del Centro Residenziale di Riabilitazione “Calamatta” si sono presentate, come sempre, con la simpatica auto della Croce Blu con su scritto "Trasporto Sangue".
Lasciate le auto in un piccolo spiazzo abbiamo raggiunto la località denominata Grasceta dei Cavallari dove ci sono i resti di un tempio etrusco, risalente al III sec. a.c., di una edicola contente la base di una statua e di un edificio a forma di U. L’edicola sembrerebbe essere più antica e andrebbe attribuita all’età arcaica. La presenza di oggetti in terracotta e metallo riproducenti parti anatomiche, testimoniano nel Santuario la pratica del culto di una divinità salutare. Il termine “Grasceta” deriva da “grangia” o “grancia” dal francese “granche” che significa “granaio”. Le radure, sopra cui sorgevano dei casali, venivano utilizzate dai monaci Cistercensi per la piantagione del grano. Nella zona oggi il toponimo “grascia”, di matrice Cistercense, perdendo il suo primario significato, sta ad indicare una radura, in mezzo al bosco, ove i “grascieri” (operai), per il lavoro prestato nei campi, ricevevano in pagamento beni in natura dai proprietari terrieri.
Abbiamo percorso poi la prima sterrata sulla destra, attraverso cui abbiamo raggiunto un rilievo di 551 m s.l.m. dove sono visibili i resti di una Chiesa benedettina dedicata a Sant’Arcangelo, - da cui Piant’Angeli - risalente al XII sec. Sono ancora visibili resti di mura, colonne dell’altare ed una acquasantiera in roccia trachitica. Al margine di questa, si può notare ciò che resta di un castello, probabilmente antecedente alla Chiesa, che dominava, tra le rocce, le verdi vallate. Anche oggi si può ammirare un panorama meraviglioso: la giornata piena di sole ha permesso una chiara e lunga visibilità sino ai monti innevati dell’Umbria.
Intorno al fuoco, per la consueta grigliata, ognuno ha cercato di guadagnare uno spazio per cuocere la propria salsiccia. Poi dolci e caffè, offerti dalle nostre preziose volontarie e operatrici, Simonetta del gruppo Tiburzi ed Anna Maria dell’Ist. S. Cecilia, hanno rafforzato il clima di familiarità. Sulla strada del ritorno abbiamo potuto apprezzare i colori tipici di questo periodo che vanno dal rosso al giallo di contrasto con alcuni rami spogli degli alberi.
Carmelo Melia 03/12/08
BY VANI' & CAMELIA - Published by ACE